1÷4 Maggio 2003 - 1° Chieti tour
 

Che vacanza ragazzi! Tre giorni all’insegna del piacere che ha veramente coinvolto tutti e cinque i sensi. Che gran bel posto è l’Abruzzo, almeno quella piccola parte che siamo riusciti a vedere. Direi senza voler esagerare, che ha proprio tutto. Il mare, i monti ora prorompenti e aggressivi, ora dolci e sinuosi, torrenti impetuosi, laghi cheti, grotte profonde, piccoli borghi arroccati sulle cime delle colline, che solo a guardarli ci si chiede come possa aver fatto l’uomo di allora a portare fino a lassù il materiale necessario per la costruzione degli edifici. Insomma ogni più intimo desiderio o curiosità  può essere abbondantemente soddisfatta.

 

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Anche le strade non sono certo da meno, s’integrano nell’ambiente a meraviglia e percorrerle è proprio un piacere.

In alcuni punti si snodano all’interno di gole profonde, ora a ridosso di pareti rocciose e a strapiombo, così come all’improvviso si perdono in rettilinei da far invidia alle più famose statali californiane

Se poi si ha la possibilità di addentrarsi nell’entroterra lo spettacolo è ancora più frizzante. Percorsi  impegnativi dove le curve si susseguono incessantemente e mettono così a dura prova anche il motociclista più esperto, in un totale isolamento dove l’unico suono che si può percepire, oltre a quello del motore, è il suono del vento.

Si direi che questo è l’Abruzzo o meglio parte del Parco della Majella  dove per tre giorni abbiamo potuto scorrazzare in lungo e in largo, misurando il gripp dell’asfalto ma anche gustando delle bellezze naturali che ci venivano offerte.

 

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Borghi antichissimi arroccati sulla cima delle colline, quasi in equilibrio precario, dove le piccole casupole sembrano sorreggersi a vicenda, un continuo susseguirsi di colline coltivate a viti e ulivi dove il verde troneggiava prepotentemente, valli profonde scavate dai torrenti a volte languidi e a volte impetuosi, per certi aspetti quasi una terra dimenticata dal tempo dove si faceva fatica ad incontrare qualcuno.

E si perché questo è un aspetto del paesaggio che ci ha colpito tutti, i paesi sembravano disabitati, solo qualche vecchio seduto all’ombra a guardare gli sparuti passanti, o davanti all’unico bar aperto a raccontarsela su, quasi una scena da film di Fellini.

Tralasciando ora la descrizione della natura che ci ha coccolato per tre giorni e scendiamo  nel vivo della vacanza iniziata percorrendo la litoranea che separa Francavilla a Mare con Vasto. Che la statale adriatica fosse bella si poteva anche immaginare, ma non così. Il mare a lambire il lato orientale della strada e le colline sul fianco occidentale. C’era solo l’imbarazzo della scelta se volgere lo sguardo verso est e ammirare il mare o verso ovest e gustare le colline.

Vasto è la classica cittadina di mare,  Vasto_lungomare-1.jpg (72591 byte)  ricca di turismo, belle ragazze in bikini e come in tutti i luoghi di mare anche di una bellissima spiaggia dove ammirando il mare e le sue onde che s’infrangevano sul bagno-asciuga ci siamo fermati per l’aperitivo che poi si è quasi trasformato in una merenda.

Il giorno dopo, sotto uno splendido  sole estivo, abbiamo così dato sfogo alla voglia di assaporare le strade abruzzesi, non dimenticando però anche le bellezze del luogo. Così dopo numerosi sali scendi, siamo giunti in località Stiffe dove

 abbiamo potuto visitare le omonime grotte, tra le più belle  dell’Italia Centrale.  gruppo_grotta-1.jpg (75701 byte)

La visita è stata veramente interessante, ma un sussulto di stupore è uscito dalle bocche di tutti quando siamo giunti alla sala della cascata. Potenti getti d’acqua fuoriuscivano dalle fenditure della roccia, e andavano ad infrangersi nel laghetto sottostante . Che magnificenza.

Dopo le grotte, il nostro girovagare è proseguito raggiungendo così il borgo di Castelvecchio da dove raggiunta la sommità della torre si è potuto così gustare il panorama a 360° .

Il rientro in vista della cena a base di pesce è stato a velocità piuttosto sostenuta, la fame 

 

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incominciava a farsi sentire e l’idea di cosa ci stava aspettando  oltre a farci venire  l’aquilina in bocca ha trasformano il motore delle Vmax da quattro cilindri a V in un motore a quattro cilindri a reazione, nemmeno un F14 avrebbe potuto starci dietro.

Di fatto la cena ha superato ogni aspettativa, soprattutto il momento di pagare il conto. 28€ vino compreso e non parlo di vino sfuso in caraffa, ma di fior di bottiglie che venivano servite portate con un carrellino apposito  per il vino.

 

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Anche il giorno successivo, il 3 maggio,  è stato interamente dedicato all’esplorazione della zona, Bucchianico – Lama dei Pellegrini – Palena – Colle di Macino – Montenero d’Olmo dove la sosta pranzo all’agriturismo, si è trasformata in un momento di relax totale, ore talmente piacevoli che sono passate talmente velocemente che non ci hanno così permesso di completare il giro come da programma. Ma è qui il bello della compagnia, quando si sta talmente bene assieme la possibilità di stare assieme prevale sul resto.

Ma il clou della vacanza è arrivato alla, sera al “Grand Canyon” Steak House – Pub alla texana unico nel suo genere, con una zona del pub, dove si può parcheggiare la moto a fianco del tavolino dove si sceglie di sedersi, per non perdere così di vista il proprio gioiellino neanche per un minuto. E li la serata si è veramente scaldata, per raggiungere poi temperature “elevatissime” quando si è lanciata la sfida Techila  bum bum  contro Metzcal verme compreso.

La musica e le danze hanno poi fatto il resto e la foto di gruppo ha così sigillato un momento che rimarrà nella nostra memoria per molto, molto tempo.

 

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