Anche quest’anno, non abbiamo voluto assolutamente mancare a questo importante appuntamento. E’ sempre una forte emozione poter testimoniare con la propria presenza il
senso di gratitudine e di riconoscenza che ognuno di noi sente nel profondo del proprio cuore; un modo unico anche per innalzare al cielo il nostro pensiero e il nostro grazie.
Pierlucio Tinazzi, eroe dei nostri giorni, uno di noi, figlio, fidanzato, motociclista che attraverso il suo sacrificio ha dimostrato che l’altruismo, il coraggio,
esistono ancora.
Come ormai è consuetudine, l’appuntamento con i Vmaxers che hanno voluto aderire a
quest’iniziativa era alla barriera della A4 Milano/Torino e li, oltre a noi, molte altre decine di motociclisti si sono dati appuntamento per poi partire per Morgex
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Che spettacolo; chi solo, chi in compagnia d’amici, o addirittura gruppi numerosi, uno spettacolo variopinto, un continuo via vai di moto tutte indirizzate verso la medesima località.
Da Milano alla partenza eravamo sette Vmax per poi diventare in undici strada facendo,
recuperando “on the road” altre quattro Vmax provenienti da località diverse rispetto al gruppo iniziale.
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Luogo del ritrovo, l’area di sosta di Viverone, da dove si può anche ammirare la splendida vista del lago e delle colline del Canavese.
Dopo i saluti del caso, e le rituali radiografie oculari alle moto per scoprire sa dall’ultima volta sono state apportate delle modifiche, come da tabella di marcia, il
viaggi verso Morgex, luogo del ritrovo generale, è ripreso senza più nessuna sosta.
Percorrere un’autostrada, per un motociclista spesso è noioso e poco stimolante, ma la A5, soprattutto il tratto tra Quincinetto e Morgex è veramente sensazionale,
riesce a stimolare un turbinio di emozioni che difficilmente si possono spiegare..
Un’autostrada che si snoda tra monti possenti, che in questo periodo dell’anno passano dalla tonalità del verde appena accennato del fondo valle per effetto della
primavera in arrivo, al candido della neve che ancora troneggia sulle cime.
La Valle d’Aosta è bellissima già di suo, castelli che fanno capolino sulle cime delle colline, costruzioni alcune ancora in ottimo stato che hanno una storia da
raccontare, alcune purtroppo ridotte solo a ruderi, testimoni d’eventi cruenti ai quali non sono purtroppo riuscite a sopravvivere. Il percorso, alterna tratti sinuosi a rettilinei da sparo, dove, anche se per poche centinaia di metri, si può lanciare la
propria amata, e farle così vibrare tutti i cavallini che il potente motore tiene rigorosamente celati nel suo interno.
Giunti a Morgex anche se lo spirito è forte, bisogna cedere alla debolezza della carne, in modo particolare al richiamo dell’orologio biologico che ci ricordava che era
ora di pranzo e che ormai la colazione era purtroppo un ricordo lontano.
Così dopo aver posteggiato le nostre moto, eccoci con le gambe sotto il tavolo a dar
sfogo alla fame che incominciava a farsi sentire.
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La trattoria che ci ha accolto è la classica trattoria di montagna, le pareti interamente rivestita di legno per rendere caldo e accogliente l’ambiente, le tendine a
quadretti bianchi e rossi sulle finestre, i tavolini e le sedie di legno intagliato, le grolle sulle mensole e tante belle fotografie delle montagne innevate sulle pareti.
Il menù?? Tipicamente valdostano
Antipasto a base d’affettati misti della valle con sottoli e sottoaceti di produzione locale
Bis di primi: risotto alla valdostana e tagliatelle con i funghi porcini
Bis di secondi: scaloppina alla valdostana e salamino con polenta alla valdostana e patatine fritte; per concludere con caraffe di caffè per riuscire a superare il
terribile abbiocco che le ricche porzioni ci ha provocato.
Alle 15.00 come stabilito, con le nostre moto abbiamo raggiunto la grande piazza di Morgex,
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da dove alle 15,30 tutti assieme siamo partiti per raggiungere il traforo del M.te Bianco.
Questo è sicuramente uno dei momenti più frizzanti della giornata. Centinaia di moto, di forme, colori, produzione differenti tutte assieme in corteo per omaggiare P.L.
Tinazzi.
Gli ultimi 5 Km. che separano Morgex dal traforo, sono diventati interamente nostri.
Un lunghissimo serpentone di moto, del quale non si riusciva a vederne ne l’inizio ne la
fine, si è così snodato lungo l’intero tratto della statale. Ovunque si volgeva lo sguardo, a monte come a valle si poteva vedere solo moto, una fila ordinata che procedeva verso l’ingresso del tunnel.
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Riccardo Forte il presidente del Coordinamento Motociclisti, ha commemorato con un breve discorso P.L. Tinazzi, il suo grande coraggio, la grandezza del suo gesto, sperando che non sia stato vano.
Terminata la commemorazione, vista l’ora, abbiamo ripreso la via del ritorno, viaggio che i colori del sole al tramonto ha reso spettacolare.
Grazie Pierlucio, il tuo grande gesto ci aiuta a credere ancora nell’uomo.
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