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E’ incredibile come passa veloce il
tempo e quante cose succedono nell’arco di 12 mesi.
Una considerazione sorta quasi
spontanea ripercorrendo con la memoria i mesi trascorsi a far data dal
Maleficus Tour 2009 e l’edizione 2010.
Ci sono periodi della propria vita che
rimangono immutati per molto tempo e momenti in cui nel giro di poco
cambia radicalmente.
Non è cambiata invece la passione
per la vmax, ne diminuito il piacere che si prova nell’utilizzarla
percorrendo itinerari insoliti.
E’ per l’appunto con il termine
“insolito” che si potrebbe definire il percorso scelto per il Maleficus
Tour 2010, insolito e al contempo particolarmente suggestivo, come il
lungolago di Morcote, l’altipiano di Monteggio tra P.te Tresa e Luino
la Val Veddasca e il passo di Indemini.
Strade particolarmente belle a
traffico zero.
Il meeting point
generale come ormai da tradizione, per tutti gli itinerari a nord di
Milano, da dove ha avuto inizio il tour, Solbiate Arno. |
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Fatto l’appello e
distribuite le cartine per ogni evenienza, abbiamo dato gas ai motori,
destinazione il distributore Shell di Giaggiolo dove avevamo
appuntamento con Pinomax. |
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Con l’ingresso in Svizzera siamo
entrati nel vivo del giro. |
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Percorrendo la
strada cantonale, l’equivalente delle nostre statali e costeggiando
sempre il lago di Lugano abbiamo raggiunto la meta successiva, Melide,
per l’ultimo appuntamento, Faina. |
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Con Faina tutti i
partecipanti al giro erano presenti, ora si poteva proseguire senza più
soste fino al passo di Indemini. |
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Il lago di Lugano
dal versante Svizzero non era mai stato inserito prima nei giri del
club, questa è stata la prima volta come per alcuni dei partecipanti. |
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Da Melide tenendo
sempre il lago sulla sinistra, si è raggiunta: Morcote, la perla del
lago di Lugano, località di villeggiatura già agghindata a festa per
accogliere al meglio i turisti; Vico, Figino in un susseguirsi di ville
e villette, porticcioli e piccole insenature. |
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Sempre
costeggiando il lago abbiamo infine raggiunto Ponte Tresa dove il lago
termina, dando vita al fiume la Tresa. |
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Si è proseguito il tour costeggiando
il fiume e a fatica siamo riusciti non farci distrarre dalla vista che
questo offriva.
Dopo le numerose
ed abbondanti precipitazioni delle ultime settimane aveva aumentato la
portata d’acqua al punto tale che più un fiume sembrava un torrente da
rafting, con tanto di rapide i violenti gorghi. |
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L’altipiano di
Monteggio,Sessa, Suino, Poppino, Luino e così dal lago di Lugano abbiamo
raggiunto il lago Maggiore, ora davanti a noi solo la Val Veddasca. |
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Ci fermiamo per una sigaretta e il
pieno, non ci sono distributori lungo la strada che porta al passo di
Indemini e non si può certo rischiare di rimanere a secco in quella
zona.
Riempiamo i
serbatoi fino all’orlo e ripartiamo, adesso inizia il bello. |
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In un primo
momento la strada che porta al passo da l’impressione di essere poco
impegnativa; è bella larga, ben asfaltata, costeggiata di villette,
insomma da non prendere troppo sul serio. |
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Errore, terminato
l’abitato, cambia aspetto e si trasforma in una ripida, stretta e
tortuosa strada di montagna, con tanto di tornanti e detriti lasciati
dalle recenti violente piogge sull’asfalto a rendere il tutto più
insidioso ma contemporaneamente bellissimo. |
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La strada sale rapidamente, le
orecchie iniziano a chiudersi e la temperatura scende subito dopo le
prime curve.
Si butta lo sguardo oltre il bordo
della strada e centinaia di metri più giù dietro agli alberi che
trasmettono un certo senso di protezione, si intravede il lago
improvvisamente diventato grande quanto un francobollo; oltre il lago la
corona delle montagne innevate illuminate dal sole.
Si continua a salire fino al culmine.
Si scollina, non ci si può fermare, il
vento gelido lo impedisce. Ci fermiamo giusto pochi metri più giù, per
rimanere quel tanto che basta sottovento ma non basta.
Fa freddo, la neve si è sciolta da
poco, l’erba è ancora tutta schiacciata e infradiciata d’acqua.
Facciamo qualche
foto ricordo e ripartiamo, la salita impegnativa e la bassa temperatura
hanno stimolato l’appetito e l’idea che poco avanti ci sono i pizzocheri
ad aspettarci fa venire a tutti un’improvvisa voglia di correre.
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La discesa è
ovviamente più veloce e suggestiva, perché nei punti in cui lo sguardo
poteva spaziare si poteva ammirare la ripida valle con i suoi piccoli
agglomerati urbani, le strette gole e li sullo sfondo il lago. |
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Maccagno, Colmegna, Dumenza il Grotto. |
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Sarà stata la
fame, non lo so ma in men che non si dica sono state parcheggiate le
moto e tutti si sono seduti al tavolo. |
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Il silenzio per una buona mezz’oretta
ha regnato sovrano nella sala del ristoro, solo il tintinnio delle
posate sui piatti svelava la nostra presenza.
Solo con l’arrivo
della polenta fumante, accompagnata dalla cacciagione si sono levate le
prime voci esultanti. |
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Mi sa che era
proprio fame, tanta fame. |
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Con il brindisi
finale si è conclusa la bella giornata, e il Maleficus Toul 2010, in
quanto dal grotto ognuno dei partecipanti ha preso la via di casa più
consona. |
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Per il grosso del
gruppo il tragitto più veloce è stato percorrere il lungolago fino a
Laveno. |
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Ultima sosta per i
saluti e poi passando per Varese ognuno di noi ha preso la via di casa. |
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Alla prossima con un nuovo itinerario
sempre con la stessa passione di sempre, se così non fosse non saremmo
Maniac. |
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